Il futuro non è un orizzonte neutrale: è un campo di battaglia narrativo. In questa sezione, l’Atlante non prevede, ma osserva. Mette a fuoco traiettorie emergenti, dinamiche sistemiche e ipotesi operative che delineano i contorni di un ordine globale in mutazione.
Sotto la superficie delle crisi attuali, si agitano scenari che ibridano governance tecnologica, nuovi blocchi strategici, zone grigie e forme di autorità post-statale e post-democratica. Le categorie classiche – potenza, confine, guerra – mutano nel loro significato e nei loro vettori.
Qui vengono proposti cinque scenari-tipo. Nessuno è esclusivo, tutti sono interconnessi. Non come “futurologie”, ma come letture critiche di ciò che si sta già configurando.
Scenari analizzati
⚔️ Doppio blocco tecnocratico – Verso un mondo bipolare a sorveglianza simmetrica
🌐 Post-globale a sovranità fluida – Eclissi dello Stato, reti ibride e poteri transnazionali
👁️ Surveillant World – Dominio algoritmico e governance bio-politica
🌀 Entropia strategica – Frattura multipolare, logiche di logoramento e crisi controllate
🔥 Crisi climatica e geopolitica delle migrazioni – Nuove linee di frizione e militarizzazione dell’ambiente
Doppio blocco tecnocratico
Verso un mondo bipolare a sorveglianza simmetrica
La guerra in Ucraina e la crisi di Taiwan non sono episodi isolati ma acceleratori di una riconfigurazione sistemica: il ritorno dell’ordine bipolare.
Da un lato, un blocco occidentale (NATO, UE, Five Eyes) fondato su governance finanziaria, tecnologie civili-militari e retorica dei “valori”; dall’altro, un asse sino-russo sempre più coordinato, armato, assertivo, con alleanze strategiche (BRICS+, SCO, OCS) e architetture parallele (Nuova Via della Seta, yuanizzazione).
Non è una Guerra Fredda, ma una “Guerra Calda Distribuita”: senza confini netti, con conflitti ibridi, guerra informativa, blocchi di piattaforme e “regimi di verità” divergenti.
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Scenario
✦ Coordinate geopolitiche
Il mondo tende verso una nuova forma di bipolarismo non ideologico ma tecnologico-strategico.
Da un lato, un blocco occidentale basato su NATO, Five Eyes, G7 e governance liberal-finanziaria.
Dall’altro, un asse sino-russo che si consolida attraverso la Shanghai Cooperation Organisation, l’OCS, i BRICS+, accordi commerciali regionali e militari bilaterali.
La posta in gioco non è solo la supremazia, ma la definizione stessa delle regole internazionali, delle infrastrutture digitali e dei sistemi di valore.
Non ci sono più fronti caldi ma una distribuzione diffusa di attriti: energia, comunicazioni, logistica, moneta.
✦ Driver tecnologici
L’elemento differenziante non è più solo la capacità militare, ma la struttura algoritmica della governance.
Ogni blocco sviluppa un proprio stack tecnologico: cloud, intelligenza artificiale, semiconduttori, crittografia, piattaforme sociali, sistemi finanziari paralleli.
L’Occidente gioca sulla supremazia nel chip design (Nvidia, ASML), la Cina sul controllo delle terre rare e sulla convergenza infrastrutturale digitale.
L’architettura digitale diventa architettura geopolitica.
✦ Implicazioni sociali
La società civile viene coinvolta nel conflitto come “dominio cognitivo”: narrazioni divergenti, disinformazione, censura, blocchi reciproci.
La polarizzazione è epistemologica: ciò che è “vero” in un blocco diventa “propaganda” nell’altro.
Le tecnologie biometriche e le reti AI trasformano la sicurezza in governance quotidiana.
Il cittadino non è più solo elettore o consumatore: è un nodo passivo geopolitico.
Le libertà individuali sono sempre più condizionate dall’appartenenza sistemica.
✦ Fonti / riferimenti
Bruno Maçães, Geopolitics for the End Times; MERICS Reports; Foreign Affairs; Noema Magazine; Geopolitical Futures; Jacques Lévy, “L’inversion des puissances”; Michael Tanchum (Atlantic Council); Interviste e report di Brookings, Carnegie, Stratfor, RAND.
Post-globale a sovranità fluida
Declino dello Stato-nazione, reti ibride e autorità transnazionali
La globalizzazione non è finita, si è trasformata. Lo Stato-nazione arretra, non solo nei margini territoriali, ma nel controllo effettivo su economia, infrastrutture, sapere, sicurezza.
Emergono attori ibridi – corporazioni, fondazioni, ONG militarizzate, consorzi tecnologici – che gestiscono funzioni pubbliche senza legittimità democratica.
L’autorità diventa fluida: non risponde al territorio, ma alla competenza tecnica, alla capacità logistica o alla disponibilità di capitale.
Ciò che conta non è più il comando, ma la connessione.
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Scheda scenario
✦ Coordinate geopolitiche
Il potere si dissocia dalla forma-stato. Paesi nominalmente sovrani sono penetrati da reti di influenza economica, militare, tecnologica o simbolica.
Corporazioni detengono dati, infrastrutture e supply chain. Fondazioni e think tank scrivono agende politiche.
La guerra per procura diventa governance per procura.
✦ Driver sistemici
Le crisi multiple (pandemia, clima, supply chain, cyber) rafforzano la delega a soggetti tecnocratici sovranazionali.
La governance viene distribuita su architetture funzionali: chi ha la capacità di agire (capacitas), non chi ha la legittimità (auctoritas).
Emergono “zone autonome funzionali” (ZAF): porti, corridoi logistici, hub dati, città-stato digitali.
✦ Implicazioni sociali
I cittadini diventano utenti. Le identità si legano più alle piattaforme che alle patrie.
Il diritto viene contrattualizzato, la legge trasformata in “termine di servizio”.
Lo spazio pubblico si frammenta in silos interconnessi: cloud, blockchain, zone franche, extraterritorialità contrattuale.
Si assiste a un ritorno feudale mascherato da efficienza globale.
✦ Fonti / riferimenti
Benjamin Bratton, The Stack; Parag Khanna, Connectography; Evgeny Morozov; Shoshana Zuboff;
Brett Christophers (on asset management), Ulrike Guérot, The New Left Review, Spectre Journal
Surveillant World
Tecnologie predittive, controllo pervasivo, nuova ingegneria sociale
Il mondo post-pandemico ha sdoganato un nuovo paradigma: la sorveglianza come infrastruttura.
Non è più un’eccezione, ma il presupposto stesso dell’ordine sociale.
Attraverso dispositivi biometrici, intelligenze artificiali predittive, reti di tracciamento e sistemi normativi digitalizzati, prende forma un regime algoritmico.
Il suo obiettivo non è più solo reprimere, ma prevenire, profilare, anticipare.
È una governance anticipatoria, invisibile, in tempo reale.
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Scheda scenario
✦ Coordinate geopolitiche
Stati autoritari e democrazie liberali convergono nell’uso di tecnologie di controllo.
Dal credito sociale cinese alle black list USA, dai software Palantir ai pass sanitari, dalla censura AI ai contratti smart, la sorveglianza diventa governance quotidiana.
Il cyberspazio non è più uno spazio: è un campo di battaglia.
✦ Driver tecnologici
AI predittiva, edge computing, riconoscimento facciale, reti neurali su dati di comportamento, Internet of Bodies.
Il futuro è un database continuo, dove il rischio viene gestito attraverso previsioni automatizzate.
I dati non sono più raccolti, ma generati costantemente.
Ogni corpo diventa un ID.
✦ Implicazioni sociali
La privacy si dissolve, ma in cambio non c’è sicurezza: solo compliance.
I cittadini vivono sotto “trasparenza obbligatoria”, mentre le strutture di potere restano opache.
La libertà diventa una variabile programmabile, la disconnessione un lusso politico.
Ogni gesto è un input valutabile.
✦ Fonti / riferimenti
Shoshana Zuboff, Surveillance Capitalism; Evgeny Morozov; Byung-Chul Han; James Bridle, EFF Reports; Citizen Lab; Atlas of AI (Kate Crawford); Cory Doctorow
Entropia strategica
Instabilità controllata, shock sequenziali, disordine come metodo
Non tutte le crisi sono fallimenti: alcune sono strumenti.
L’instabilità può essere prodotta, coltivata, gestita a fini strategici.
Dalle rivoluzioni colorate alle sanzioni mirate, dalle guerre per procura al caos finanziario, la produzione sistematica di entropia diventa una tecnica di dominio.
Chi sa sopravvivere nel disordine, lo governa. Chi lo produce, orienta il futuro.
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Scheda scenario
✦ Coordinate geopolitiche
Le aree più instabili del pianeta non sono marginali: sono centrali per gli interessi strategici delle potenze.
Sahel, Siria, Ucraina, Mar Cinese, Yemen, Haiti, Libia – tutti esempi di spazi in cui l’instabilità viene gestita e sfruttata.
Non si cerca l’ordine, ma un equilibrio instabile che favorisca l’accesso a risorse, influenze, basi e leve diplomatiche.
✦ Driver operativi
Shock economici, operazioni psicologiche, cambi di regime, digital disruption, sanzioni extraterritoriali, lawfare.
Le crisi vengono normalizzate e messe a sistema.
Il disordine è scalabile, adattabile, utile.
Il caos non è più una minaccia: è una strategia modulare.
✦ Implicazioni sociali
Le popolazioni vivono in sospensione.
La realtà è precaria, le istituzioni fluttuanti, i diritti revocabili.
La vita diventa un adattamento permanente al rischio.
Si genera una cultura della sopravvivenza, della flessibilità assoluta, della disillusione strutturale.
✦ Fonti / riferimenti
Mark Duffield, Global Governance and the New Wars; Naomi Klein, Shock Economy; Giorgio Agamben, Gramsci, Mearsheimer, SIPRI reports, RAND studies;
Thomas Barnett, The Pentagon’s New Map
Clima e conflitto eco-politico
Dissoluzione ecologica, nuove migrazioni e militarizzazione delle risposte
Il cambiamento climatico non è più un rischio futuro: è un moltiplicatore attuale di crisi.
Siccità, collasso degli ecosistemi, migrazioni ambientali, competizione per risorse rare e disastri climatici destabilizzano intere regioni.
Le risposte degli Stati non sono redistributive, ma securitarie: confini blindati, militarizzazione dei soccorsi, green capitalism.
Il clima non unisce: divide.
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Scheda scenario
✦ Coordinate geopolitiche
Il clima diventa geopolitica. Le rotte artiche si aprono, il Sahel collassa, il Pacifico si solleva.
I grandi emettitori storici rafforzano le proprie difese, mentre i paesi più colpiti vengono lasciati soli o sfruttati per le transizioni ecologiche altrui.
Nasce una nuova mappa: quella dei rifugi e delle esclusioni climatiche.
✦ Driver materiali
Carestie, desertificazione, urbanizzazione estrema, inquinamento critico, aumento dei disastri “naturali”.
Si intensifica la lotta per l’acqua, per il cibo, per le terre fertili.
Le infrastrutture diventano vulnerabili, gli Stati più fragili cadono sotto il peso di crisi concatenate.
✦ Implicazioni sociali
Crescono movimenti di eco-fuga, eco-terrorismo, giustizia climatica.
Si afferma il greenwashing geopolitico: uso politico della crisi per rafforzare poteri eccezionali o spostare l’onere ambientale sui più deboli.
L’ecologia diventa uno spazio di conflitto, non solo di salvezza.
✦ Fonti / riferimenti
UNEP Reports, IPCC AR6, Naomi Klein, Andreas Malm (How to Blow Up a Pipeline), Jason W. Moore, Dipesh Chakrabarty, Climate Leviathan, Guardian e Al Jazeera Climate Desk
Se vogliamo comprendere il presente, dobbiamo ripensare le fondamenta del nostro sistema culturale e politico:
- Come possiamo ricreare una classe dirigente all’altezza della democrazia che meritiamo?
- Come ricostruire un ecosistema mediatico indipendente, credibile e plurale?
- Come disintossicare la società dalla manipolazione digitale e dalla dipendenza algoritmica?
Analisi e Riflessioni sul Nuovo Ordine Mondiale
Indagini e approfondimenti sul tema del Nuovo Ordine Mondiale.
Attraverso un approccio documentato e critico, esploriamo le diverse prospettive su una questione che riguarda il nostro destino.
Una lettura utile per comprendere i molteplici aspetti che stanno ridefinendo il futuro dell’umanità. su una questione che riguarda il nostro destino.
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