Per sempre pandemizzati

Il virus della propaganda e le pericolose analogie
La società dello spettacolo ammaestra, crea mostri e disastri ricorrendo a modelli ripetitivi che dovrebbero porre interrogativi non più differibili. Ce ne stiamo accorgendo?
Siamo quelli del bianco o nero. Il sistema binario è la preferita via di fuga dal peso di un ragionamento più articolato. Scegliamo i simboli anziché la ragione, come succedeva in epoca pre-illuministica e com’è accaduto alla vigilia di ogni guerra.

Il Grande Dittatore

Nel DNA del popolo italiano non è mai esistito uno spirito realmente unitario, ma al tempo stesso siamo stati capaci di sviluppare anticorpi poderosi che ci permettessero di inventare percorsi comuni. È successo soprattutto nelle fasi di crisi profonda, nel dopoguerra in particolare, e ha prodotto effetti rilevanti e fortunati.
Potevamo godere tuttavia di riferimenti politici di valore. Donne e uomini con il senso dello Stato. Figure istituzionali che si occupavano dell’interesse generale.

Virus, Narciso, Potere

Quel tutto che doveva andare bene era in effetti difficile da interpretare. Che saremmo poi diventati tutti migliori, a dire il vero, non era così importante. Eravamo già migliori, no?
Sicuramente migliori nel restare beatamente a distanza da tutto. Si potrebbe dire lontano dalla realtà ma quella cosa lì non esiste da un sacco di tempo.
A guardare bene, malgrado il gran baccano, è successo poco o niente.

Era successo qualcosa

Però era successo qualcosa.
Avevano ascoltato la politica. O meglio avevano atteso di ascoltarla. Ma la politica non aveva saputo dire. Aveva alternato ai silenzi le solite scorribande propagandistiche misere e volgari.
Però stava succedendo qualcosa.
Avevano ascoltato il mondo dell’informazione. Ma giornalisti e opinionisti fluttuavano nel loro essere il nulla. Continuavano a danzare nei loro salotti con la stessa musica di sempre, allo stesso ritmo, nello stesso stile disarmonico di sempre.

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