TODO MODO
L’aristocrazia dell’ex cinema italiano è salita sul ponte di comando.
Con la benedizione della partitocrazia, è stata scatenata l’orgia semantica dei padroni della produzione transnazionale. Difficile stabilire se questa marea di retorica e di menzogne sia frutto di un caos ideologico, dell’ipocrisia o, più semplicemente, della pochezza intellettuale dei parolai che calcano la scena.
Certo è che quelle centinaia di milioni evaporati dai controlli e poi materializzati nelle tasche di qualcuno, avevano bisogno di una legge ad personas. Il plurale è d’obbligo anche se riferito a un circolo ristretto di privilegiati.
La Guardia di Finanza preme ai confini del regno oscuro di tax credit e contributi vari. Le rendicontazioni dei loro costi di produzione non vengono rese pubbliche. La bolla speculativa è esplosa e il malcontento cresce.
Boiardi e vari faccendieri si sono riuniti nelle segrete stanze e, dopo una lunga gestazione, hanno tirato fuori il vaccino contro l’incombente pandemia chiamata verifica dei budget.
ProduNtori e distribuNtori hanno diffuso il Decretovid24 come unico rimedio per salvare la grande industria del cinema italiano. Pro-tax e No-tax sarebbero stati un problema marginale rispetto all’urgenza di proteggersi da una resa dei conti che sembrava ineluttabile.
Parlare di industria in una società post-industriale è abbastanza grottesco, ma alle star dei tappeti rossi è tutto concesso. Parlare di industria e schiacciare il cinema sotto il peso degli ingranaggi burocratici e dei patti tra élite, è però un atto criminale compiuto da un gruppo di soggetti che vogliono tutto per loro.
Con motivazioni rozze e strumentali, tipiche di chi non sa articolare un pensiero ma sa come riempire il proprio conto in banca, è stata montata ad arte la grande accusa contro il cinema prodotto dalle piccole e medie imprese.
Che bravi i cardinali che smascherano il delitto! Che buoni gli eminenti che conducono i cattivi al patibolo!
Il cinema di quelli che non devono più esistere è il colpevole da punire. I capi dell’apparato hanno fatto subito squadra(ccia) e si sono organizzati per manipolare l’informazione.
“Film di matrimoni” (cit. Borgonzoni) e “film di feste di paese” (cit. Occhipinti) non avranno più spazio grazie al loro intervento di moralizzazione. Argomenti bizzarri e squallidi che, nel caso venissero dimostrati, testimonierebbero semmai un preoccupante livello di approssimazione e disonestà negli organismi che decidono sui contributi.
A dir la verità, quelle parole sembrano più un goffo arrampicarsi sugli specchi per giustificare quella che è di fatto una condanna a morte inflitta a tante microimprese.
La banda del buco, in tal modo, ha voluto però affermare che solo pochi eletti hanno diritto ad accedere ai contributi e che, da ora in poi, verranno esclusi i fantomatici delinquenti di misteriosi circuiti amatoriali che rubavano le risorse pubbliche.
Peccato che la banda è stata scoperta e anche il buco (finanziario) è ormai sotto gli occhi di tutti.
Come sempre il tempo servirà a diluire la rabbia e i malumori. Qualcuno verrà accompagnato alla porta verso l’inferno e qualcun altro, se abbasserà la testa, verrà accolto nel meraviglioso mondo delle multinazionali.
Intanto, sono finiti però per strada migliaia di lavoratori. Tante piccole società stanno fallendo. Il cinema dei non eletti è fermo da un anno e non ripartirà.
Uno straordinario crogiolo di talenti e di professionalità è stato soppresso. Così come il cinema indipendente. Così come la possibilità per tanti cinefili di vivere liberamente la loro passione.
Per tutti questi sventurati il futuro sarà difficile ma…è l’industria bellezza!
Il film deve diventare solo un prodotto da consumare ed è meglio se sarà realizzato e imposto in serie.
Per il circolo dei migliori si apre invece una fase promettente e tutti gli iscritti potranno muoversi liberamente in prima classe, nei viaggi gestiti dagli amici stranieri.
Il virus della legalità è stato sconfitto.
La Legge Franceschini e il Decreto Sangiuliano sono state operazioni dolorose per i deboli ma necessarie per i potentati.
La “narrazione” è stata rimessa in ordine.
Todo Modo, para buscar la voluntad divina.
Stefano Pierpaoli
5 novembre 2024
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