Le 5 Giornate
di Roma

Questo evento doveva essere, nell’ispirazione di chi lo ha ideato, un momento di riflessione collettiva che potesse ricostituire un patto tra espressione artistica e collettività.
30 spettacoli in 5 giorni
150 tra attori, musicisti, artisti di strada, filmakers, fotografi, danzatori, pittori
9 quartieri di Roma interessati
Nessun patrocinio
Nessun contributo economico
(non ne abbiamo chiesti)

In tanti si misero volontariamente al servizio di questa proposta e prepararono gli spettacoli di strada con oltre 2 mesi di elaborazione e di prove.
Tutti noi condividevamo la prospettiva di arrivare a un punto di svolta per rilanciare a Roma un sentimento di partecipazione all’esperienza culturale che fosse anche un impulso per stimolare coscienza critica e impegno sociale.
Nel 2009 erano già tanti i segnali che facevano presagire un declino di questa città e avevamo voglia di rompere il silenzio nel quale stavano crescendo la degenerazione politica e il disagio sociale.

Ci siamo messi in gioco per offrire una testimonianza sociale
attraverso l’espressione artistica libera e indipendente.

Abbiamo cercato di dare un segno di impegno sociale e di presenza attiva tra la cittadinanza per trasmettere la forte e irrimandabile esigenza di recupero di valori condivisi e di armonia sociale.

Lo abbiamo fatto attraverso un messaggio artistico schietto e festoso che raggiungesse la popolazione in modo diretto e pacifico e che parlasse anche e soprattutto del complesso periodo che stiamo vivendo con testi originali o recuperati dalla tradizione e opportunamente adattati al nostro tempo.

Abbiamo vissuto un viaggio speciale tra le magie di una città
alla quale stavamo chiedendo di risvegliarsi.

Siamo andati nei mercati, per le strade, nelle metropolitane, tra i monumenti,
nelle piazze portando colori, voci e pensieri.

Lo abbiamo fatto rappresentando testi originali che parlavano di tutti noi
attraverso parodie e performance simboliche.

Siamo passati dall’ironia alla denuncia e dalla ricostruzione alla satira.
Abbiamo raccontato di una pandemia che stava arrivando senza immaginare che sarebbe successo.

Non era ancora esploso il tempo dei social e anche per questo lavorammo tra le persone con semplicità, in un’atmosfera fatta di spontaneità e vicinanza.
Nessuna retorica egocentrica ma solo il desiderio di sentirci al servizio della Città.
Avevamo un sogno e un progetto e ci siamo concentrati su questo.
Forse è stata un’impresa ingenua perchè troppo naturale per arrivare al cuore del problema come speravamo di fare ma rivedendola dopo tanti anni si sente un buon profumo di passione e purezza.

Non abbiamo occupato nessun luogo che appartenesse ad altri perchè non ci interessavano trattative autoreferenziali che ci portassero un qualche tornaconto.
Abbiamo fatto modestamente il lavoro in cui credevamo tenendoci lontani da qualsiasi retorica.
Il nostro fine non era conquistare la benevolenza di un padrino politico per vincere alla lotteria delle nomine o delle assegnazioni.
Senza un soldo abbiamo creato un’esperienza che sicuramente in molti di noi ha lasciato un segno indelebile di amicizia e calore.
Ci auguriamo di essere riusciti a spargerne un po’ anche nei luoghi in cui abbiamo inventato i nostri flash-mob.

Questo il breve filmato dell’ultima serata, a Campo de’ Fiori.
Una festa indimenticabile tra migliaia di persone e noi eravamo tutti lì.
Ed eravamo felici

Un sincero ringraziamento va alla Questura di Roma, che ha mostrato sensibilità e collaborazione nei nostri confronti. Il ricordo delle strette di mano da parte delle Forze dell’ordine che si sono imbattute nelle performance è un valore aggiunto di infinita importanza per il lavoro che abbiamo svolto e per il significato culturale e sociale che abbiamo voluto testimoniare con la nostra presenza per le strade di Roma.