Ci avevano parlato a lungo delle mani pulite.
Un cartone animato prodotto dal Ministero della Salute (da qualche amico suo) ci descriveva come lavarci bene le mani e i vantaggi che ne derivano. A guardarlo sembrava, e sembra ancora, uno spot per idioti concepito da imbecilli in cattiva fede.
Tuttavia, questa minchiata sesquipedale ha avuto successo. Non perché abbiamo imparato a lavarci le mani ma per tre specifici motivi:
ha sbandierato quanto siamo premurosi e attenti ai bisogni sociali
ha simulato una strategia di intervento
ha riempito un po’ i palinsesti.
Il modello, già in voga da molti anni, ha funzionato al meglio di fronte a una catastrofe che andava manovrata, manipolata e utilizzata per arginare un malessere sociale che stava diventando incontrollabile.
Di fatto avevamo un Welfare insignificante e pertanto inutile rispetto ai bisogni sociali e agli interventi a essi legati.
Il tutto guidato da una classe dirigente politica ridicola e volgare.

Quello che invece marcia speditamente e senza intoppi è il sistema dei media che ci è subito salito sopra e non solo ha riempito i palinsesti di infinite cazzate, ma si è definitivamente imposto come punto di riferimento per la lettura della contemporaneità.
Un milione di trasmissioni senza senso, che parlano sempre delle stesse cose dette dalle stesse voci ha potuto produrre una programmazione senza nessuno sforzo, senza nessuna coscienza e soprattutto lontano da un qualsiasi senso di responsabilità.
Il Covid è stato una manna divina che regalato all’enorme liquame giornalistico italiano un’occasione irripetibile.
A due anni di distanza continuiamo a vedere sui nostri schermi la stessa, identica rappresentazione informativa che crea solo disastri e smarrimenti.

Siamo un popolo che ama il disordine e le baraonde televisive ci piacciono. Amiamo rimbalzare passivamente sulla superficie dei flipper mediatici come palline impazzite.
Ci lasciamo guidare, in uno stato di ipnosi, dai simboli che vengono esposti sulle vetrine e ci ribelliamo nei recinti dei social e da quelle celle, gonfie di disimpegno, organizziamo folle di disperati che scendono in piazza per manifestare il nulla.
NO-Tav e Sì-Tav, No-Tap e Sì-Tap, No-DDL Zan e Sì-DDL Zan. Formule che fanno ridere nella loro grottesca e insulsa esibizione.
Il trionfo per questa massa di tifosi è però il No-Vacs e Sì-Vacs e su questa disputa, meravigliosamente misera e autodistruttiva, i media di sistema (tutti) godono come ricci.
Il modello calcistico è compiuto: vinceremo gli Europei, qualche decina di miliardari saranno più miliardari e qualche centinaio di migliaia di cialtroni saranno più poveri, ma felici e inneggianti.
Nelle redazioni dei giornali e delle varie trasmissioni televisive sognano che tutto questo non finisca mai.
Sui social si pregano gli dei della contrapposizione affinché ci si continui a schierare senza capire un cazzo di nulla (c’è qualcuno che ha letto il Disegno di Legge Zan?) e soprattutto senza doversi impegnare sul serio.
Schierarsi alla cieca vuol dire appartenere a qualcosa e quindi esistere grazie al riconoscimento di simboli e codici elementari. Siamo nella società della rappresentazione della vita e non più della vita nel suo significato autentico e originario.
Finché potremo scrivere in tre righe da che parte stiamo ci sentiremo vivi.
Se andremo a darci legnate per strada potremo dire di essere vivi perché così ci hanno insegnato a fare.
Siamo tutti “fatti” e con qualcosa dobbiamo continuare a farci.

Non si sa se moriremo di Covid ma si dovrebbe vedere facilmente che siamo morti di grandi fratelli, di cinepanettoni e di videogiochi sui telefoni.
Il “Fine Covid: Mai” è la tempesta perfetta, per noi e per chi ci domina, perché ci abbraccia in una morsa in cui non c’è più spazio per cause e soluzioni ma solo per gli effetti, e l’esito è evidente e scontato.
Si chiama violenza, un demone che si nutre di ignoranza e frustrazione e si muove indisturbato in un mondo privo di coscienza e dignità.
Manovrato ad arte dalla politica e dai padroni dell’informazione e utilizzato dalle masse per far finta di esistere. In qualche modo o in nessun modo.
Buon Gramellini a tutti.
Le altre droghe ce le facciamo da soli.

Stefano Pierpaoli
26/11/2021


Dipinto di Vann Nath – Pittore cambogiano

 

 

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