sciamano virtuale

Lo sciamano virtuale

Un infinito patrimonio umano, espressione di millenni di storia, è stato archiviato e codificato grazie a microcircuiti di memoria che sono in grado, attraverso processori di elaborazione, di progettare soluzioni, formulare risposte e sviluppare innumerevoli processi creativi.
Decine di secoli a produrre farina e alla fine l’abbiamo infilata tutta in un distributore automatico per mettere un soldo di ignoranza e avere in cambio merendine e integratori.

Guardare la televisione commerciale generalista richiede un buon quoziente intellettivo e una sviluppata capacità critica.

Addentrarsi nel Web, usare social network, servirsi di dispositivi mobili, sono prassi che impongono un quoziente intellettivo molto elevato, un eccellente livello culturale e una coscienza critica solida, quindi strutturata, estesa ed equilibrata.

Quella che viene erroneamente definita intelligenza artificiale, ma che di fatto è un assemblatore di laboratorio, implicherà, oltre alle doti appena elencate, un’adeguata e approfondita preparazione scientifica, umanistica e filosofica per tentare di circoscrivere i territori che questo strumento invaderà, per sua stessa natura, nei settori dell’apprendimento, della creatività e, giocoforza, della libertà.
È abbastanza chiaro che potrà determinarsi una forte divaricazione tra chi possiederà un impianto intellettuale robusto e tutti coloro che non avranno a disposizione un consistente bagaglio di conoscenze.
L’interrogativo che potrebbe presentarsi suonerà più o meno così:
“È più opportuno affrontare percorsi formativi lunghi e impegnativi oppure è meglio imparare le formule più efficaci da sottoporre ai motori di elaborazione?”, che in sintesi potremmo tradurre in ”studio o delego?”.

Una società che non possegga diffusamente gli anticorpi culturali indispensabili per inoltrarsi in queste dimensioni e gestire consapevolmente questi congegni è destinata a una mutazione antropologica che espone a sudditanza/sottomissione/dipendenza e stimola disforia, paura e violenza.

La mutazione è avvenuta
Sarà molto arduo recuperare alcune generazioni, a iniziare da quella cui appartengo, perché hanno subito passivamente una degenerazione progressiva che non ha precedenti nella storia.
Sarebbe bene (ed è irrimandabile) lavorare sui più giovani per garantire loro motivazioni corrette che stimolino la ricerca e la conoscenza. Valorizzare i luoghi in cui si studia perché diventino un grande cuore che alimenta un organismo collettivo di civiltà e progresso in contesti di scambio e condivisione.
Per raggiungere questo obiettivo è prioritario restituire centralità al ruolo dei docenti anche in termini salariali.
Occorre in fretta disconnettere i processi evolutivi dalle pulsioni elementari e semplificative della Rete che imprigionano le coscienze nelle celle dell’esperienza indotta e limitata al virtuale.
Il Web è un universo totalitario, una sconfinata area di metodo priva però di regole e non avrà mai regole ispirate alla crescita dell’individuo ma solo dominate dall’interesse di chi le gestisce.
Scuole e università non contaminate costituiscono una prospettiva umana e politica sulla quale abbiamo il dovere di puntare con tutte le nostre forze.
La Storia ci sta mettendo di fronte a una prova decisiva e sarà saggio non voltarsi dall’altra parte dicendo che andrà tutto bene.

Stefano Pierpaoli
27/01/2024

Lascia un commento