squaliPartite di “giro” e riunioni segrete
Ma cosa sta succedendo? Qualcosa, e molto più di “qualcosa”, sfugge a qualsiasi comprensione.
Le associazioni si riuniscono in segreto con il Ministro Bray e con il Direttore Borrelli.
Nello stesso tempo diffondono una protesta contro il Ministro stesso (non tutte le associazioni firmatarie dell’appello fanno le “riunioni” e probabilmente nemmeno ne sono a conoscenza).
Non ne stanno discutendo già nei loro incontri riservatissimi? Non si sono confrontati su questo argomento?
Eppure alcuni di loro, tra i firmatari, hanno un filo diretto col Ministro…

Il 18 giugno è partita la lettera al Ministro Bray con le proposte fatte dalla RETE.

Dopo 3 giorni è stata convocata in tutta fretta una riunione segreta presso il Ministro stesso indirizzata a referenti, pare, da lui indicati (o da Borrelli?). Quale sia stata la procedura di individuazione di questi referenti è impossibile perfino da immaginare. Il Direttore Borrelli è stato il fido suggeritore? I rapporti di antica amicizia del Ministro Bray con Riccardo Tozzi e Angelo Barbagallo hanno influenzato la scelta? Su questa ardua sentenza i posteri possono stare tranquilli perché nessuno si sforzerà di scoprirlo.
I messaggi di invito sono comunque partiti dalla Direzione Cinema ma pare che neanche un addetto di quegli stessi uffici (gli uffici in questione sono stati interpellati in tempo reale), tranne Nicola Borrelli, conoscesse i destinatari (??).
Il misterioso raduno non è stato reso noto a nessuno, tanto che alcuni stretti collaboratori del Ministro non ne sono stati messi a conoscenza nemmeno una volta avvenuto il consesso.
Gli incontri si sono ripetuti finora tre volte, nella ricerca di una qualche quadra in vista degli annunciati Stati Generali che si terranno a Venezia tra circa due mesi (con agosto in mezzo).

Pare (ma si tratta di voci di corridoio) che il principale obiettivo sia quello della costituzione di tavoli di lavoro sulle strategie da mettere in atto per il rilancio del cinema italiano. Quali strategie e quali criteri di composizione dei tavoli non è dato saperlo.

Con tutta probabilità dal cilindro ministeriale uscirà quindi la notizia della creazione di queste tavole rotonde. Un lavoro che considerando vacanze e imprevisti annessi, dovrà essere svolto in 15 giorni o giù di lì prima di questi “epocali” Stati Generali veneziani.
Serviranno quindi altri strabilianti cilindri da cui estrarre sorprese di ogni forma e fattura. Immaginiamo magie e incantesimi eseguite con stupefacente maestria. Potremmo aspettarci qualche salto nel cerchio di fuoco e acrobazie mozzafiato. Sappiamo anche che potrebbero trovare un pubblico di adepti e di vassalli compiacenti pronti ad applaudire.
In realtà prevediamo una dichiarazione d’intenti sulle solite cose: pirateria, tax credit e digitalizzazione. L’unica novità sarà quella della formazione nelle scuole, ma invece di uscire dal cilindro sarà il frutto di una copiatura del nostro documento.
Ci domandiamo se è stata una fortuita coincidenza quella di radunarsi in fretta e furia dopo tre giorni dal ricevimento della nostra piattaforma di proposte, ma non vogliamo pensare di essere diventati improvvisamente così influenti. Certo che in Italia a pensar male si fa peccato ma…
Il dato più sospetto è quello legato alla segretezza ben mantenuta da tutti i partecipanti. Perché non è trapelato nulla da parte delle associazioni lì rappresentate? Perché molti funzionari di alto livello non sono stati messi al corrente?
Noi abbiamo un profondo rispetto per i valori legati all’amicizia e mai ci permetteremmo di sospettare di quella che unisce Massimo Bray ai dirigenti ANICA.
Tuttavia siamo altrettanto attenti al dovere di trasparenza al quale è vincolato un Ministro della Repubblica nell’esercizio delle sue funzioni. In questo caso ci sembra che questa nitidezza sia venuta meno e non ne siamo felici.
Non sarebbe forse il caso di promuovere un’interrogazione parlamentare? In un paese normale questo accadrebbe.
Sarebbe bene, da parte del Ministro, convocare un’assemblea pubblica in cui si faccia luce su cosa sta succedendo. Pima o poi i nodi vengono al pettine. La superficialità dimostrata nei casi del Colosseo chiuso, di Pompei chiusa, sono fatti gravissimi che fanno il giro del mondo in mezza giornata. Difficile tenere tutto segreto.
Da parte nostra c’è la profonda e inamovibile convinzione che se non si affronteranno i nodi elencati nella nostra piattaforma di proposte sarà impossibile uscire dal pantano. Se loro parlano di rilancio del cinema, sperando di riportare in sala le persone eliminando la pirateria (impresa complessa), noi siamo più dell’idea che il nostro cinema abbia bisogno di una vera e propria resurrezione e non sulla base di un gioco di prestigio inventato in due settimane ma attraverso una rifondazione sistemica e un cambio di approccio e possibilmente anche di nomi.

SteP
3 luglio 2013

Questo è l’appello diffuso dalle Associazioni cinematografiche. Va sottolineato he non tutte le sigle stanno partecipando agli incontri col Ministro, ma magari si potevano parlare prima.

Il CINEMA E L’AUDIOVISIVO ITALIANO NON VOGLIONO CHIUDERE!

L’Italia potrebbe essere un grande paese industriale.
Ma fa costruire le sue auto a Detroit, fa cucire i suoi vestiti in Cina, smantella la sua siderurgia e la sua chimica.
E DA OGGI VUOLE CHE SI SMETTA DI PRODURRE CINEMA!
Perché tagliare il FUS e dimezzare il tax credit vuol dire: L’audiovisivo NON SERVE A FAR CRESCERE L’ITALIA.
2500 lavoratori da oggi sono a rischio licenziamento, le intelligenze, le alte qualifiche di chi fa cinema e televisione in Italia sono costrette al silenzio e all’inattività.
Che Paese vuole questo Governo? Un Paese dove queste eccellenze devono emigrare per poter emergere!
Un paese senza identità e senza memoria!
E’ per questo che chiediamo al Presidente del Consiglio on. Letta, al Ministro dello Sviluppo Economico on. Zanonato, al ministro dell’Economia dott. Saccomanni, al ministro della Cultura on. Bray un INCONTRO IMMEDIATO  per:
• RIPRISTINARE IMMEDIATAMENTE IL TAX CREDIT sulla cifra minima indispensabile di 90 milioni di Euro.
• STABILIZZARLO DEFINITIVAMENTE
• AVVIARE UN PERCORSO IMMEDIATO DI RILANCIO DEL SETTORE AUDIOVISIVO.
Il taglio del tax credit e la sua scadenza a fine 2014 rendono impossibile progettare nuove produzioni cinematografiche, condannando il settore alla chiusura; questa grave inadempienza vanifica l’effetto attrattivo nei confronti delle produzioni internazionali che stavano tornando a girare in Italia, ed invece preferiranno nuovamente altre location europee, con gravissimo danno per Cinecitta e i nostri Teatri di Posa!
Così come, la mancata estensione del tax credit all’audiovisivo, continua a fare dell’Italia un paese ostile allo sviluppo della produzione indipendente.

I fondi necessari al reintegro ci sono. Sono le accise sui carburanti stabilite da un decreto di tre anni fa. Quelle accise non sono state cancellate quindi le coperture permangono.

Il tax credit ha riportato nelle casse dello stato risorse infinitamente maggiori di quelle investite con la defiscalizzazione.
Il cinema e l’audiovisivo sono industrie che permettono, con investimenti ragionevoli, un enorme sviluppo.
E’ il Governo che deve dire cosa vuole fare: ROTTAMARE UN SETTORE CHE CI FA GRANDI NEL MONDO o FARLO DIVENTARE VOLANO DI SVILUPPO. Il mondo del cinema e dell’audiovisivo non possono sopportare l’ennesimo colpo mortale senza reagire!

Tutte le categorie che contribuiscono a fare cinema e audiovisivo, hanno quindi unitariamente deciso di procedere con le seguenti iniziative:
• Proclamazione di uno stato di agitazione permanente, con un presidio delle sedi del ministero della Cultura
• Mobilitazione e iniziative di lotta il 6 luglio alla Consegna dei Nastri d’Argento a Taormina.
Se in occasione della Conferenza Stampa per la presentazione della Mostre del cinema di Venezia il tax credit sarà stato reintegrato, festeggeremo il risultato con il Governo.
In caso contrario saranno messe in campo forme di protesta che potranno arrivare anche al boicottaggio di ogni manifestazione pubblica del cinema italiano cominciando proprio dal prossimo festival di Venezia.

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Riccione, 3 luglio 2013

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